Sullo stemma di Cicerale, un paese di circa 1200 abitanti sulle colline di macchia mediterranea alle spalle di Agropoli, è scritto Terra quae cicera alit - Terra che nutre i ceci. Un vessillo gloriosamente vantato dato che i ceci di Cicerale sono stati riconosciuti Presidio Slow Food
Il nome “Cicerale” deriva proprio da questo piccolo legume dalla storia millenaria, in quanto è originario dell’Asia e arrivato in occidente migliaia di anni fa.
Per coltivarlo seguendo le norme dell’agricoltura biologica non si usano prodotti chimici e i campi non vengono irrigati. La semina viene effettuata tra marzo e aprile, mentre la raccolta avviene nel mese di luglio.
Quando i semi sono giunti a maturazione, le piante vengono faticosamente estirpate e poggiate su sacchi di juta. Vengono poi coperte e battute con grossi bastoni di legno. Successivamente i baccelli vengono separati e confezionati.
I ceci di Cicerale sono più piccoli di quelli comuni e dal colore più scuro del solito, inoltre sono ricchi di sali minerali e devono le loro pregiate qualità alle caratteristiche del territorio di origine. Per il basso contenuto di umidità si conservano per molto tempo e si ingrossano notevolmente in fase di cottura. Sono altamente energetici, ma poveri di grassi e sono ottimi diuretici. Leggi anche “La dieta Mediterranea è nata nel Cilento”
Sul suo blog, il gastronomo campano Luciano Pignataro propone una gustosa e semplice ricetta: il polpo arrosto su passatina di ceci di Cicerale profumati al rosmarino del Cilento
I produttori di Cicerale segnalati da Slow Food sono
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